

Adam domani con la mamma a Milano, ha fratture alle braccia
In Lombardia altri due bimbi. A Linate domani forse anche Tajani
Domani, all'aeroporto di Linate, atterreranno, in arrivo da Gaza, i bambini che verranno curati in Italia. Tre di loro saranno presi in carico in Lombardia, altri invece andranno in Piemonte. Tra quelli che rimarranno in regione ci sarà Adam, l'unico dei dieci figli della dottoressa Alaa al-Najaar, sopravvissuto al bombardamento della loro casa, che sarà curato al Niguarda di Milano. Gli altri due bambini, come ha ricordato l'assessore lombardo al Welfare Guido Bertolaso in Consiglio regionale, saranno portati uno al Papa Giovanni XXIII di Bergamo e un altro al Policlinico di Milano. "Adam - ha detto Bertolaso - ha delle fratture alle braccia, con anche lesioni dei vari nervi (non ustioni, ndr). Sarà accompagnato dalla mamma e anche dalla sorella del marito deceduto e dai figli di questa sorella. L'ospedale si occuperà anche dell'accoglienza dei familiari". Un altro bambino, quello che sarà curato a Bergamo, "ha politraumi, ha avuto delle lesioni agli organi interni, ed è sicuramente forse il caso più grave. Tanto è vero che saremo pronti a trasferirlo anche con l'eliambulanza direttamente al Papa Giovanni. Anche lui accompagnato da genitori e altri parenti" mentre il terzo bambino, che sarà ricoverato al Policlinico di Milano, "ha diverse fratture e anche una seria lesione polmonare". L'aereo arriverà domani sul tardo pomeriggio, sotto la sorveglianza di Areu, "e anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani mi ha detto che cercherà di essere presente", poi in futuro "ci saranno altri arrivi". Bertolaso ha parlato anche dell'accoglienza dei parenti dei bambini. Di quelli del piccolo in carico al Policlinico "si occuperà la Prefettura, ne ho parlato col prefetto di Milano. Il Papa Giovanni ha una struttura di accoglienza davvero eccellente per i bambini quindi probabilmente saranno accolti lì. Il Niguarda si prenderà carico della mamma e degli altri parenti di Adam" ha spiegato. Tutto pronto anche per servizi di mediazione linguistica: "Ci sono infermieri e alcuni medici palestinesi, che parlano l'arabo, che lavoreranno in queste strutture e poi ci sono mediatori organizzati dagli enti che si occuperanno delle famiglie".
L.Hajek--TPP