

Il Congresso argentino pone un freno ai decreti di Milei
Per renderli effettivi servirà l'approvazione di Camera e Senato
Nel mezzo di una tempesta politica per il partito al potere in Argentina, l'opposizione ha inferto un nuovo colpo al presidente Javier Milei. La Camera dei deputati ha infatti approvato con 140 voti a favore, 80 contrari e 17 astensioni una riforma del trattamento legislativo riguardante i Decreti di necessità e urgenza (Dnu) ed altri provvedimenti emanati dall'esecutivo. Se la misura verrà approvata, il governo dovrà ottenere il sostegno di entrambe le aule parlamentari entro 90 giorni per mantenere la validità dei propri decreti. L'iniziativa conferisce ulteriore potere al Congresso, stabilendo che il rigetto di un decreto da parte di una sola aula sarà sufficiente a renderlo nullo (la legislazione attuale richiede la bocciatura da parte di Camera e Senato). La Libertad Avanza, sigla politica di Milei, ha definito "destabilizzante" l'offensiva dell'opposizione e ci si aspetta che il presidente porrà il veto all'iniziativa.
C.Zeman--TPP