

Tumore colonna vertebrale, speranze da trattamento meno invasivo
Studio dell'Istituto nazionale tumori su terapia non chirurgica
I tumori rari rappresentano circa il 20% di tutte le diagnosi oncologiche, ma sono ancora i più difficili da diagnosticare e trattare. I cordomi - particolari forme di sarcoma che insorgono nella colonna vertebrale o nella base cranica - colpiscono meno di un paziente ogni milione di abitanti l'anno. Nonostante la bassa incidenza, l'impatto sulla vita dei pazienti è spesso devastante, con compromissioni del movimento, del controllo delle funzioni corporee e della sfera intima. Nei casi di cordoma, la prima strategia terapeutica - chirurgica o radioterapica - è decisiva: un approccio scorretto può causare recidive evitabili o disabilità permanenti. Una speranza per un trattamento meno invasivo arriva dallo studio 'Sacro' - il più ampio mai condotto a livello mondiale sul cordoma - presentato al summit scientifico internazionale in corso oggi a Milano per aggiornare le linee guida globali nella cura dei cordomi. Coordinato dall'Istituto nazionale dei tumori e promosso dall'Italian Sarcoma Group, lo studio ha coinvolto 150 pazienti in 34 centri tra Europa, Nord America e Asia. Confronta due strategie terapeutiche: la chirurgia tradizionale e la radioterapia con protoni e ioni carbonio, una tecnologia di altissima precisione disponibile solo in pochi centri. La radioterapia con ioni carbonio permette di colpire il tumore con estrema precisione, salvaguardando quanto più possibile le funzioni neurologiche e fisiologiche. "Questo è un modello di ricerca replicabile anche in altri tumori rari o in forme selezionate di quelli più comuni - spiega Silvia Stacchiotti, oncologa presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. Dove non arriva l'industria, deve arrivare la ricerca no profit".
F.Prochazka--TPP