

L'uniforme di Prada per sopravvivere al mondo
Miuccia, una moda flessibile perché non sappiamo cosa ci aspetta
(di Gioia Giudici) È da sempre una moda pensante, che si interroga sul presente, quella di Prada, ma di fronte all'oggi, la sfida non era semplice: creare abiti riflettendo su "come affrontare il mondo, e come sopravvivere" dice Miuccia Prada subito dopo lo show della collezione creata con Raf Simons. "Inevitabilmente, quando creiamo pensiamo al mondo che ci circonda. Il futuro è sconosciuto. Questa collezione nasce come reazione all'incertezza", spiega ancora la designer parlando degli "abiti che possono trasformarsi, cambiare, adattarsi" al centro della collezione primavera/estate 2026 in passerella oggi a Milano. "La combinazione dei diversi elementi, questa idea di composizione - spiega Miuccia Prada - porta con sé la possibilità di scegliere e quindi la libertà, l'autorità e l'autonomia d'azione della donna che li indossa. È una moda intrinsecamente connessa al mondo, con significato e utilità". Pensata appunto con l'occhio rivolto a "come affrontare il mondo, e come sopravvivere". Oggi, in particolare, "la moda deve essere flessibile e pronta ai cambiamenti perché non sappiamo ciò che ci aspetta, dobbiamo essere sempre pronti per cambiare" aggiunge la designer. Con Raf Simons, spiega, "abbiamo filtrato diverse idee, lo scopo era fare vestiti per oggi, contemporanei, con influenze di diversi generi, che possono essere composti e remixati per renderli flessibili". "Siamo partiti - aggiunge Simons - dal senso di libertà che volevamo esprimere attraverso gli abiti. La libertà di combinare elementi diversi, di comporre, ma anche una liberazione fisica, allontanandoci dall'idea di moda come imposizione scultorea sul corpo di una donna. Siamo passati all'opposto, all'emancipazione fisica affiancata dalla libertà come stato d'animo". Simons cita come esempio l'uniforme, capo che fa parte della storia di Prada, "per noi, una donna in uniforme può essere bella, elegante e forte. È una sfida alla gerarchia della percezione. Un modo per liberare le donne da tutto questo". La collezione dal titolo 'Body of composition' in questo senso si pone anche come una risposta al sovraccarico della cultura contemporanea, attraverso un processo di distillazione e di selezione attraverso gli abiti. E non a caso la sfilata si apre e si chiude con lo stesso capo: l'uniforme, declinata in versione camicia a maniche corte con mostrine e pantaloni, in blu, grigio o celeste, accostata a guanti al gomito di raso e borsa a sacchetto, da portare di giorno ma anche di sera e tanto generativa da contaminare anche l'abito e il top iperfemminili con i suoi elementi. Una proposta tanto 'Prada' quanto le gonne sorrette dalle spalle, che sovvertono le regole del vestire, portate sopra camicie e shorts, o le brassière senza struttura svolazzanti intorno al corpo abbinate alle gonne a sacchetto inside out o in patchwork di pieghe e plissé, i blazer e i giacconi dai tagli over e gli abiti in duchesse inside out, che mostrano nuovi dettagli e costruzioni a ogni passo. Abiti mutevoli, nuove uniformi di libertà e capacità di adattamento che sono la risposta di Prada all'incertezza del qui e ora.
U.Pospisil--TPP