

L'IA promossa guardiano degli animali che vivono sulle Alpi
Si chiama MammAlps, impara dai video il loro comportamento
Linci e stambecchi, marmotte e lupi, gli animali che vivono sulle Alpi hanno un nuovo guardiano: si chiama MammAlps, ed è un sistema basato sull'Intelligenza Artificiale che può imparare a riconoscere i loro comportamenti grazie alle tante ore di video a disposizione. E' stato messo a punto da un gruppo di ricercatori del Politecnico Federale di Losanna, in Svizzera, ed è stato selezionato per essere presentato come argomento principale alla Conferenza sulla visione artificiale e il riconoscimento di pattern, in programma dall'11 al 15 giugno in Tennessee. Lo studio, pubblicato su arXiv, la piattaforma che accoglie gli articoli non ancora sottoposti al vaglio della comunità scientifica, potrebbe rappresentare una svolta per gli sforzi di monitoraggio e conservazione della fauna selvatica, rendendoli più rapidi ed economici. Capire come si comportano gli animali selvatici quando nessuno li guarda è fondamentale per poterli proteggere, ma raccogliere queste informazioni è sempre stato difficile. Tradizionalmente, ci si affida all'osservazione diretta o a sensori fissati agli animali, metodi che risultano invasivi o di portata limitata, oppure alle fototrappole, che però generano enormi quantità di filmati difficili da analizzare. Qui può venire in aiuto l'IA, ma c'è un problema: questi sistemi hanno bisogno prima di imparare attraverso grandi quantità di dati già etichettati. I ricercatori guidati da Valentin Gabeff hanno trovato il modo di superare l'ostacolo, grazie a MammAlps: questo strumento è infatti progettato per addestrare altri modelli di IA al riconoscimento delle varie specie e dei diversi comportamenti. Gli autori dello studio hanno costruito MammAlps non solo con le tante ore di video raccolte, ma anche con registrazioni audio e mappe ambientali, in modo da offrire al sistema un quadro più completo di ciò che stava osservando. I dati verranno poi ulteriormente ampliati grazie a nuove ricerche sul campo svolte nel 2025, importanti soprattutto per le specie più rare come la lepre alpina.
C.Sramek--TPP